Non è necessario affidarsi al lavoro di ricercatori di Atenei internazionali o ricorrere ad un sondaggio sul tema dei parcheggi. Basta avere un buono spirito di osservazione e il tempo necessario per tradurre in parole ciò che si è visto.
In questa sede abbiamo più volte affrontato la questione delle differenze tra uomo e donna, da quelle importanti che toccano la natura e la qualità dei rapporti, a quelle più banali, che si riscontrano nel vivere quotidiano.
In più di un’occasione – e lo abbiamo ammesso esplicitamente – gli uomini risolvono problemi di natura pratica con una facilità sorprendente. Sembra quasi che abbiano una dotazione di abilità tecniche sin dalla nascita.
Nascono sapendo sostituire una lampadina senza provocare un corto circuito, saldano alla perfezione, cambiano guarnizioni al pari di un idraulico e si iscrivono a scuola guida sapendo già guidare.
Di fronte a cotanta abilità solo il silenzio estatico potrebbe essere una risposta adeguata. Spiacenti di deludervi. Avremmo un’obiezione da sollevare: i parcheggi.
È vero. L’uomo parcheggia con più facilità rispetto ad una donna. Poche manovre gli sono sufficienti per posteggiare auto di dimensioni importanti in spazi impensabili. Eppure, i parcheggi in spazi impensabili non tengono conto di un fattore determinante: la presenza di una donna sul sedile del passeggero.
Quando siete in coppia, l’uomo parcheggia sempre a ridosso di un palo della luce, di una colonna in cemento, di un cestino della spazzatura. La portiera del passeggero si apre al massimo di 20 cm e il contorsionismo circense è d’obbligo.
Emblematico il parcheggio al supermercato. L’uomo parcheggia la propria auto solo dove c’è un affollamento di vetture, in uno spazio misurato al millimetro, che consente la di lui discesa e la di lei clausura perpetua nell’abitacolo.
La donna ha una veduta più ampia. Parcheggia in spazi grandi, che agevolano infinite manovre. Se lo spazio non è sufficiente per una completa apertura della portiera e totale distensione delle gambe, la donna non insiste. Se ne va, alla ricerca di luoghi comodi, persino in desolate distese di sterrato, dove nessun uomo parcheggerebbe, per evitare di fare estenuanti chilometri a piedi, prima di arrivare a destinazione.
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patrizia.speroni@aruba.it