La giornata fantozziana esiste ed io sto per scoprire di averla vissuta.
Ieri sera hai dato il tuo tributo di sudore e fatica alla seconda lezione di Super Body Sculpt. Cerchi di convincere il tuo corpo che lo stai facendo per il suo bene, ma vorresti essere altrove.
La notte ti rigiri nel letto, con ancora nelle orecchie la musica di Bob Sinclar e la voce dell’istruttrice che non smette di contare – e non perde mai il conto – il numero degli addominali che ti restano da fare.
Suona la sveglia. Il cervello ti ha già lavato, truccato e vestito. Il corpo è ancora a letto dolorante.
Esci per andare al lavoro. Che fortuna! Avevano previsto forti precipitazioni. In realtà è la solita, insignificante pioggerellina primaverile.
Sei arrivata a destinazione, armata di borsa, valigetta da lavoro, cartelletta con i comuicati stampa di pronta consultazione e chiavi di ogni genere.
Scendi dall’auto e improvvisamente le nuvole di fantozziana memoria scoprono di soffrire di incontinenza piovosa. L’acqua ti si insinua in ogni dove e – inutile dirlo – le scarpe sono quelle sbagliate!
Stai per fare il tuo ingresso, ma la porta te lo impedisce. Vorresti essere la dea Khalì, ma alle comuni mortali sono concesse due sole braccia.
Ti avvinghi come l’edera alla porta, sperando di avere la forza bruta per aprirla e augurandoti che il vicino di casa non chiami la polizia, scambiando i tuoi eroici sforzi per un tentativo di effrazione.
Chiami tutti i numeri registrati nella rubrica del tuo cellulare, parli a tutte le segreterie telefoniche e cominci a sviluppare una sorta di intolleranza alla tecnologia.
Ti chiedi come mai i giapponesi non abbiano ancora inventato la segreteria che dialoga con te e attiva il teletrasporto di chi riceve la tua chiamata.
L’oroscopo alla radio dice che sei l’ultimo dell’elenco, ma tu non credi all’oroscopo!
Ti è venuto un gran mal di testa, ma forse è pura casualità. Nel frattempo è arrivato l’uomo che, con un semplice gesto ed un minimo impiego di forza, ti dimostra che i maschi sono nati sapendo già fare il fabbro, l’idraulico, il muratore, il tecnico specializzato e il pilota di Formula 1. Fantozziana figuraccia!
Finalmente torni a casa, pregustando il piacere del fine settimana che sta per arrivare. Coda. Incidente! Il tempo d’attesa ti avrebbe consentito di fare colazione a Zurigo e di essere già sulla via del ritorno.
Quasi te ne eri dimenticata. L’appuntamento col dentista, fissato mesi fa. Vorresti non presentarti, ma la correttezza ti induce a rispettare l’impegno. Sorpresa! Oggi il dentista ha deciso di bidonarti. L’appuntamento salta, ma i nervi sono ancora saldi, forti del fatto che oggi è venerdì.
Approfitti dell’ora, inaspettatamente libera, per passare in un ufficio pubblico per chiedere informazioni. Ma è venerdì! Chiusura anticipata. Anche gli uffici pubblici hanno bisogno di una pausa di riflessione, in preparazione del fine settimana!
Decidi di tornare a casa, facendo leva sulla tua capacità di autocontrollo, mista ad una leggera dose di rassegnazione.
Ecco, dietro di te, materializzarsi l’automobilista che ha contratto “il prurito della guida”, patologia non contenuta nei trattati di dermatologia, ma sicuramente prossimo oggetto di studio.
Lui – l’automobilista col prurito incontrollabile – ha fretta. Ti sta a 5 cm dal paraurti, saltella sul sedile di guida per l’impazienza e non vede l’ora di sorpassarti.
Hai la sensazione di avere il fiato sul collo, quel fiato pesante di chi ha mangiato aglio. Ti verrebbe voglia di urlargli “Vieni avanti, cretino!”, ma lui ti anticipa, sorpassandoti in curva, per poi inchiodare, perché c’è coda.
Adorabile uomo alla guida! Hai guadagnato lo spazio di un’auto, la mia. Evidentemente, anche dalle cose più stupide si può trarre soddisfazione.
Finalmente a casa! Pensi che in fondo l’inventore dello slogan “Fermate il mondo, voglio scendere” avesse ragione. Pensi a quanto sono stati bravi ed efficaci gli autori di memorabili scene della saga di Fantozzi. Del resto tu hai appena vissuto la tipica giornata fantozziana.
Da oggi – e per i tempi a venire – non provare a dire che non credi all’oroscopo alla radio, tanto più che sei proprio tu a leggerlo!
Scrivimi!
patrizia.speroni@aruba.it